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By: aipfadmin Acceso: Dicembre 20, 2019 In: News Comments: 0

Flora e fauna, tesoro nel mare di Salina: scoperte 11 specie rare

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Sotto il mare dell’isola di Salina c’è un tesoro da ammirare e salvaguardare. Sono ben 11 le specie rare e protette rilevate attorno ai fondali dell’isola. Lo ha rilevato un nuovo studio, condotto sugli habitat marini e specie bentoniche prioritari della costa dell’Isola di Salina effettuato dall’Università del Politecnico delle Marche in collaborazione con Reef check Italia Onlus, e supportato dalla Blue Marine Foundation e dall’Aeolian Islands Preservation Fund.

Lo studio è stato condotto in team da Carlo Cerrano e Alberto Colletti dell’Università Poli-tecnico delle Marche, da Giulia Bernardi in rappresentanza della Blue Marine Fondation e dell’Aeolian Islands Preservation Fund e da Jessica Luana SM De Oliveira studentessa IMBRSEA in 5 punti di immersione diversi intorno a Salina.

Gli esperti si sono immersi nel famoso Faraglione di Pollara, nella Grotta dei Gamberi, in località Tre Pietre, allo Scoglio Cacato e nella Secca del Capo ed ogni spot ha mostrato alcune peculiarità biologiche di grande rilevanza.

Tutti i punti di immersione ospitano dalle 5 alle 8 specie protette delle 11 rilevate. Le specie protette rilevate sono: Cystoseira, Posidonia oceanica, Axinella, Astroides calycularis, Cladocora caespitosa, Pinna rudis, Ophidiaster ophidianus, Centrstephanus longispinus, Paracentrotus lividus, Epinephelus marginatus, Palinurus elephas.

“Il protocollo di Reef Check Italia Onlus è uno strumento che permette di censire la presenza e abbondanza di specie protette segnalate dalle attuali direttive Europee – afferma Giulia Bernardi, coordinatrice nazionale di Blue Marine Foundation – in questo caso applicato nell’isola di Salina. Lavoriamo da anni alle Isole Eolie per contribuire alla preservazione di specie e habitat vulnerabili, affinché tutti in futuro possano gioire delle meraviglie dell’arcipelago eoliano. Come biologa marina mi sento in dovere di offrire un contributo, coinvolgendo gruppi di ricerca che possano dare un valore aggiunto ai progetti”.

“Durante i monitoraggi subacquei abbiamo potuto osservare – spiega Alberto Colletti, dell’ Università Politecnico delle Marche – numerose specie protette, alcune di interesse commerciale, altre di grande importanza ecologica come la cernia bruna (Epinephelus marginatus) e le “habitat-forming species”, ovvero quelle specie (es. piante marine, alghe, gorgonie) che forniscono un habitat per altri animali o vegetali”.

“Queste ultime sono quelle che soffrono maggiormente la presenza di imbarcazioni da diporto e le attività di pesca artigianale che danneggiandole possono provocare conseguenze a cascata su tutto l’ecosistema. Nonostante queste fonti di impatto, il valore naturalistico registrato è molto alto ed è arricchito dalle abbondanze particolarmente elevate del riccio diadema. Il disturbo antropico osservato rende necessaria la formazione di zone protette intorno all’Isola per conservare la biodiversità attuale che andrebbe altrimenti diminuendo con gli anni fino a essere difficilmente ripristinabile”.