L’Aeolian Islands Preservation Fund porta a compimento la stagione 2019 con un focus sulla tutela del mare, fra i cinque obiettivi della fondazione. Si è conclusa la campagna informativa “Proteggi Le Eolie” promossa in collaborazione con Blue Marine Foundation, alla quale hanno aderito importanti gruppi di ricerca. Gli studi sono stati divulgati con l’obiettivo di condividere maggiori informazioni sull’unicità degli ambienti marini delle Isole Eolie e promuovere la necessità di proteggere questo meraviglioso patrimonio naturalistico.
La campagna si è aperta a Maggio con la condivisione degli studi di Oceana, organizzazione internazionale dedicata alla conservazione degli oceani coinvolta alle Eolie dall’Aeolian Islands Preservation Fund, che ha documentato oltre 900 specie marine, evidenziando sedici specie a rischio estinzione e specie mai avvistate prima nella regione. Oceana ha in particolare scoperto una straordinaria foresta sottomarina di corallo bambù, il corallo più a rischio del Mediterraneo e ha esortato l’Italia a salvaguardare la vita sottomarina delle Isole Eolie, definite come un “hotspot” della biodiversità.
L’associazione Filicudi Widlife Conservation ha condiviso studi importanti sulle popolazioni di cetacei e tartarughe marine delle Isole Eolie, evidenziando le principali minacce e la necessità di attuare piani di gestione che tengano conto dell’importanza di salvaguardare queste specie.
La campagna informativa è proseguita con il coinvolgimento dei ricercatori dell’associazione Nesos, con il monitoraggio delle popolazioni eoliane di uccelli marini e del falco della regina. Gli studi hanno permesso di individuare due colonie del raro uccello delle tempeste e di aggiornare le informazioni sulla consistenza delle popolazioni di berta maggiore e di falco della regina. La tutela di queste specie, incluse come “prioritarie” nella direttiva comunitaria 147/09, diviene fondamentale per la salute dell’ambiente e per la salvaguardia della biodiversità dell’arcipelago.
L’International School for Scientific Diving (ISSD) ha svolto un’attività di monitoraggio sulle praterie di posidonia oceanica, una pianta marina che forma dense praterie costiere che ospitano una varietà eccezionale di animali e vegetali. La ISSD ha suggerito l’attuazione di misure finalizzate a una corretta fruizione e gestione delle praterie di posidonia, habitat custode di un grande patrimonio di biodiversità.
La Stazione Zoologica Anton Dohrn (SZN) ha condiviso gli studi sui camini idrotermali a Panarea, denominati “Smoking Land”, ambienti apparentemente inospitali che tuttavia nascondono una insospettata biodiversità. I ricercatori hanno inoltre rilanciato i dati raccolti in occasione del progetto di monitoraggio dello stato di salute delle praterie di Posidonia Oceanica nell’isola di Salina, la cui estensione sembra essere la più grande di tutto l’arcipelago.
Il monitoraggio relativo alle attività di pesca nelle isole di Lipari e Salina svolto da Aquastudio, ha messo in evidenza come la pesca locale abbia subito notevoli cambiamenti negli ultimi anni e come il bilancio del commercio ittico locale sia oggi fortemente negativo, con numeri importanti delle importazioni per soddisfare la richiesta del mercato locale.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha aderito alla campagna per richiamare l’attenzione sulle risorse e sui rischi legati ai delicati sistemi idrotermali sottomarini, la cui alterazione potrebbe portare a conseguenze irreparabili sulla vita, non solo dell’ambiente marino. I ricercatori INGV del progetto “SAVEMEDCOASTS” hanno invece segnalato l’accelerazione dell’erosione costiera alle Eolie, in particolare a Lipari, e la necessità di adottare misure adeguate a mitigare le potenziali perdite socio-economiche relative alle comunità insulari, oltre che ambientali.
Bioscience Research Center ha evidenziato Salina come una delle isole dell’arcipelago meno contaminata da microplastiche, ma che per la salvaguardia dell’ambiente è fondamentale attuare strategie politiche e gestionali che permettano di fare prevenzione a mare intervenendo a terra.
Tra gli obiettivi dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), e vi è lo sviluppo di attività di ricerca a Panarea, isola caratterizzata dalla presenza di emissioni naturali di CO2 anche a basse profondità che la rendono un laboratorio straordinario per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici. Il centro ospita gruppi di ricerca nazionali ed internazionali, per svolgere attività di ricerca in campo in uno scenario geomorfologico simile a un ‘macro-laboratorio’ a cielo aperto, e per questo non attuabili in nessun’altra parte del mondo.
La Summer School di Subacquea Scientifica di Panarea nasce dalla collaborazione fra OGS, Università La Sapienza, l’INGV di Palermo, la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e il diving Amphibia. I campioni raccolti evidenziano caratteristiche peculiari in prossimità delle emissioni di CO2.
E’ opinione condivisa dai ricercatori l’urgenza e la necessità di una maggiore tutela degli ambienti marini delle Isole Eolie, minacciati dalle attività dell’uomo e dai cambiamenti climatici. Le azioni di conservazione del mare vanno di pari passo con lo sviluppo delle attività economiche, uno sviluppo che deve necessariamente essere sostenibile, tenendo conto dell’importanza di preservare l’eccezionalità naturalistica di queste isole.
Si precisa che questi studi, così come quelli condotti con il supporto di Aeolian Islands Preservation Fund e Blue Marine Foundation per determinare ed approfondire le conoscenze in merito allo stato di salute del mare eoliano, non sono propedeutici all’individuazione delle aree protette e non sono correlati agli studi di fattibilità dell’area marina protetta delle Isole Eolie, il cui ente preposto è l’ISPRA.
Si ringraziano Capofaro Locanda & Malvasia e Smile Wave Fund per il supporto alla campagna.
© OCEANA / Juan Cuetos