GRAZIE ALLA STRETTA COLLABORAZIONE E AL SOSTEGNO DI AEOLIAN ISLANDS PRESERVATION FUND E SMILEWAVE FUND; SEA SHEPHERD CONTINUA A PROTEGGERE LE ACQUE ITALIANE CONTRO LA PESCA ILLEGALE, NON DICHIARATA E NON REGOLAMENTATA NEL SUD TIRRENO.

 

Operazione SISO 2019 ha come obiettivo la protezione del delicato ecosistema delle Isole Eolie dalla pesca illegale non dichiarata e non regolamentata. La M/Y Sam Simon solca le acque del Sud Tirreno in stretta collaborazione e coordinamento con il Centro Controllo Nazionale Pesca (CCNP) del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie e con la Guardia di Finanza. Sea Shepherd lotta contro la INN in tutto il mondo, nelle Isole Eolie l’attività si focalizza in particolare contro l’uso delle reti ‘spadare’, un tipo di rete pelagica derivante, che nonostante la messa al bando in tutto il mondo nel 2003, viene ancora usata illegalmente nelle acque italiane per la pesca del Pesce Spada. Le spadare negli anni hanno ucciso un numero impressionante di Capodogli, Tartarughe, Tonni, Pesci Spada, Squali e Mammiferi Marini, a causa delle sue maglie, delle dimensioni comprese tra i 20 e 50 centimetri. Attualmente in Italia è consentito l’utilizzo delle reti dette “ferrettare”, reti simili in tutto alle spadare ma con le maglie più piccole (10 cm di diametro), ma che rappresentano comunque un sistema di pesca selettivo per taglia ma non per specie.

Operazione SISO 2019 inizia con un grande successo di collaborazione con le autorità italiane in particolare con il reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza, in Calabria. L’attività investigativa da Mare e da terra ha portato all’organizzazione ed allo svolgimento di controlli su motopescherecci di fronte a Bagnara Calabra (Reggio Calabria), luogo tristemente noto nella storia per l’uso di reti derivanti di tipo “spadara”. L’operazione è iniziata con l’attività coordinata dei gommoni veloci di Sea Shepherd e delle motovedette della Guardia di Finanza, intervenute prontamente; ciò ha portato al controllo completo delle motopesca e delle reti utilizzate durante la notte. Una delle due imbarcazioni ha tentato di liberarsi della rete derivante che stava utilizzando perché conteneva un Pesce Spada già morto soffocato dalla rete che lo aveva completamente intrappolato. Le vedette della Guardia di Finanza avevano sotto controllo tutte l’attività; nel contempo il gommone “Vikings” di Sea Shepherd ha proceduto a segnalare la posizione della rete abbandonata insieme al Pesce Spada senza vita.

Andrea Morello – Campaign Leader:

“Secondo l’ONU, il Mar Mediterraneo è il più sovrasfrutao del mondo con il 62% degli stock ittici ormai al collasso. La pesca industriale e i suoi numeri, compreso il bycatch*, lo stanno definitivamente impoverendo con un serio rischio di esaurimento delle specie marine che metterebbe a rischio l’intera specie umana direttamente dipendente dalla biodiversità presente nei sette decimi del nostro pianeta Blu. E’ quindi naturale per Sea Shepherd difendere il nostro futuro difendendo il Mare. La prima attività di pattugliamento è cominciata in due aree di Mare a sud del Tirreno denominate Alpha e Bravo. Durante la prima settimana abbiamo percorso 1.460 miglia, sorvegliato un’area di 14.250 kmq, per 550 ore di navigazione; incontrando sistemi di pesca legali come il “palangaro”* per il Pesce Spada e segnalando alle autorità italiane la presenza di attività illegali in Mare. La collaborazione con i pescatori artigianali, creata grazie alle passate campagne nelle Isole Eolie ed al grande lavoro dell’Aeolian Preservation Island Fund, ha reso efficace l’attività di controllo dell’area; già l’anno scorso con alcuni pescatori artigianali si era finalmente condiviso l’obiettivo di proteggere il Mare e le specie in pericolo di estinzione confiscando 130 KM di FAD illegali proprio in questo aerchioelago. L’unione tra la Flotta di Nettuno e chi lavora da generazioni in aree così delicate come le Isole Eolie, potrà creare una collaborazione triangolare dedicata alla protezione dell’Arcipelago eoliano e di tutte le Vite che lo abitano; massimizzando la collaborazione con le forze dell’ordine e riportando giustizia dove il crimine si sia insediato. Da marzo, nel sud Tirreno, sono morti 8 Capodogli quasi tutti con plastica nello stomaco; la nostra azione di recupero della plastica e delle attrezzature da pesca perse o lasciate alla deriva illegalmente, è quindi continuativa. Puntiamo la prua delle nostre navi in difesa di quelli che noi chiamiamo “i nostri clienti”, e la terremo ben salda fino alla creazione di un’Area Marina Protetta nelle Isole Eolie che possa riportare la biodiversità e la tradizione alla sostenibilità. Grazie alle donazioni dei nostri sostenitori e alle meravigliose persone dell’Aeolian Island Preservation Fund siamo tornati nel Sud Tirreno e ci rimarremo per proteggere ogni Vita senza nessun compromesso, misurando il nostro successo con il numero di vite che salveremo.”

Luca Del Bono, Chairman dell’Aeolian Islands Preservation Fund:

“Sea Shepherd è un partner chiave alle Isole Eolie. Crediamo fortemente che maggiori controlli possano scoraggiare le illegalità e rappresentino un’arma efficace contro l’impoverimento del nostro mare. I piccoli pescatori artigianali delle Isole Eolie non riescono a competere con i grandi pescherecci ed è importante che chi viene a pescare in queste isole, lo faccia nel rispetto dei vincoli esistenti affinchè la biodiversità del mare eoliano sia tutelata.”

Chi è SISO? Un giovane Capodoglio morto nel 2017, rimasto impigliato in una rete illegale di tipo “spadara” durante il passaggio tra le Isole Eolie. L’eroico tentativo di liberarlo ha impegnato la Guardia Costiera per molte ore ma non ha potuto salvarlo. SISO è stato trovato senza vita lungo la costa di Capo Milazzo dal biologo marino Carmelo Isgrò, che ne ha conservato lo scheletro mantenendo la rete che l’ha ucciso e la plastica presente nel suo stomaco, come monito per le generazioni future.  SISO era il soprannome dell’amico che ha aiutato Dr.Isgrò nel recupero del capodoglio, scomparso in un incidente d’auto proprio in quei giorni.

Foto di SISO spiaggiato a Capo Milazzo:

https://www.tempostretto.it/news/fauna-marina-milazzo-ritrovato-capodoglio-spiaggiato-capo.html

Fotografie: Flavio Gasperini / Sea Shepherd

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Grazie al supporto di Aeolian Islands Preservation Fund e SmileWave Fund, durante la seconda settimana di operazione SISO 2019, che ha come obiettivo la protezione del delicato ecosistema delle Isole Eolie dalla pesca illegale non dichiarata e non regolamentata. La M/Y Sam Simon ha recuperato una rete derivante illegale di tipo “spadara” abbandonata in Mare; che avrebbe continuato ad uccidere nelle sue maglie innumerevoli Vite. In collaborazione con il Centro Controllo Nazionale Pesca (CCNP) del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie e la guardia Costiera di Salina, la rete è stata individuata ed issata a bordo della Sam Simon. Costatata la larghezza della maglia di 45 cm, prova dell’uso delle più letali “spadare” tutt’ora nel Mediterraneo, sono stati liberati 5 pesci spada morti da giorni nelle sue maglie ed uno squalo, di oltre 2 mt di lunghezza, rimasto intrappolato. Questa rete è un tipo di rete pelagica derivante, che nonostante la messa al bando in tutto il mondo nel 2003, viene ancora usata illegalmente nelle acque italiane. Negli anni passati, le spadare hanno ucciso un numero smisurato di Capodogli, Tartarughe, Tonni, Pesci Spada, Squali e Mammiferi Marini.

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L’equipaggio della nave Sam Simon di Sea Shepherd Italia ha contribuito alla liberazione di una verdesca lunga 3 metri da una spadara illegale al largo dell’isola di Alicudi, nell’arcipelago delle Isole Eolie.
Dopo un’ispezione iniziale con delle piccole imbarcazioni per confermare la presenza della rete da posta derivante, l’equipaggio si è immediatamente coordinato con la Guardia Costiera italiana per far salire a bordo della nave di pattuglia dell’Autorità Marittima di Catania gli ispettori nazionali della pesca. Una volta verificato che la rete lunga 5 chilometri (a maglie di 20 cm) fosse una spadara, l’equipaggio ha proceduto alla confisca della stessa.
Intrappolati tra le maglie della rete mortale sono stati trovati 40 animali, compresi due squali di cui uno vivo e quindi rilasciato in mare.
L’operazione è supportata da Aeolian Islands Preservation Fund e Smile Wave Fund.
L’articolo: https://www.seashepherd.it/operazione-siso-2019-confiscata…/

Commentario di Andrea Morello:

L’attività di pattugliamento è cominciata in due aree a sud del mar tirreno denominate Alpha e Bravo, ed è terminata in altre due zone: Charlie e Delta.
L’attività investigativa da mare e da terra ha portato all’organizzazione ed allo svolgimento di controlli su motopescherecci nello specchio di mare di fronte a bagnara calabra, tristemente nota nella storia per l’uso di reti derivanti di tipo “Spadara*”. L’attività coordinata dei nostri gommoni veloci e delle motovedette della guardia di finanza, intervenute prontamente ed in concerto alle segnalazioni di pesca, hanno portato al controllo completo di due pescherecci. Una delle due imbarcazioni ha tentato di liberarsi della rete derivante che stava utilizzando perché conteneva un pesce spada, ormai morto in una tremenda agonia soffocato dalla rete che lo aveva completamente intrappolato. La pesca con derivanti al pesce spada è vietata ed era questa la violazione che impauriva il peschereccio, rigettandolo in acqua ha tentato di liberarsi del reato; ma non in tempo perché sorpreso dagli agenti della finanza.

Seguendo la rotta a nord dal vulcano stromboli, durante la giornata del 10 giugno abbiamo incontrato le famose “Tonnare volanti*”. In parte viene pescato seguendo le norme dell’iccat che ne determina quote, periodi e barche autorizzate. Calato il gommone veloce “Thunder” in acqua ed il drone, abbiamo proceduto al documentare la presenza dei tonni nelle gabbie trasportate dai rimorchiatori verso gli “ingrassatoi” dove, dopo un viaggio dentro queste gabbie vivi, ma senza cibo, verranno nutriti con sardine provenienti dal nord europa per poi essere uccisi in novembre e trasportati in giappone.
Certificata la loro legalità tramite iccat e la guardia costiera italiana, con cui la collaborazione è di assoluto pregio e puntualità, abbiamo proseguito rotta nord. Questo business lega la vita del tonno rosso all’estinzione, meno tonni ci saranno più profitto avranno le aziende che ne detengono gli allevamenti e le quote congelate. Nel nord africa spesso le regole iccat non valgono o non vengono controllate e la iuu colpisce anche il tonno rosso: nel 2010 siamo entrati nel mediterraneo con la nave steve irwin per liberare 800 tonni pescati illegalmente nelle gabbie fuori dalla stagione di pesca, per questo il tonno rosso oggi è una pesca industriale non sostenibile contro cui combatteremo: pirati della compassione contro i veri pirati del profitto.

Al calare della notte è comparso un sistema di boe non segnalate e senza identificativi che, oltre ad essere un pericolo per la navigazione, erano collegate da una lenza madre di un enorme palangaro lungo 10 miglia. Dopo averlo segnalato alle autorità, ed aver ottenuto dalla guardia costiera l’autorizzazione per rimuoverlo, lo abbiamo monitorato tutta la notte. Dall’ultimo controllo all’alba è risultato legale, abbiamo quindi cancellato il recupero.

L’11 giugno alle ore 10:30 del mattino abbiamo ricevuto una chiamata dalla guardia costiera di salina per la presenza di una rete spadara illegale ghost, probabilmente tagliata dai bracconieri durante le precedenti notti. Arrivati alle ore 14 davanti alla costa nord di salina ed avvistata la rete, siamo subito intervenuti con un gommone ed apneista per poterla issarla a bordo tramite la gru. Questo tipo di rete tradizionalmente chiamata “spadara” o “muro della morte” è bannata dalle nazioni unite e dall’Europa da quasi 20 anni perché responsabile della morte di 30.000 mammiferi marini nel mondo tra cui: balene, capodogli, delfini e tartarughe. Una volta la rete a bordo, abbiamo costatato la morte di 5 pesci spada di grandi dimensioni e di 1 squalo rimasto intrappolato nelle mortali maglie, probabilmente una verdesca.

Il 28 giugno, durante la quarta settimana di operazione siso 2019; alle prime luci dell’alba la M/V Sam Simon trova il target della campagna: una rete derivante illegale di tipo “spadara” in zona bravo. Immediato il coordinamento con la guardia costiera sezione operativa di Milazzo, che acquisisce posizione e tipologia della rete illegale. Per l’intera giornata seguirà l’incessante lavoro di preparazione ad issarla a bordo per confisca. Calato il gommone “Thunder” si documenta che nelle sue micidiali maglie ha numerosi pesci. Alle 16:00 arriva sul posto la classe 200 della guardia costiera, seguita da una classe 404 che inizia a issare la rete illegale con il supporto della M/V Sam Simon e del gommone thunder. Proprio quando la lista raggiungeva ormai 39 vittime, di cui: 32 tonni, 5 pesci spada, 1 guglia imperiale e 1 verdesca, l’insperato salvataggio ha inizio: una seconda verdesca di quasi 3 metri inizia a dare segni di vita, viene liberata dalla rete ed una volta in mare, respira nuotando libera nel suo mare blu turchese.

Il 30 giugno la M/V Sam Simon fa rotta verso siracusa per un giorno di ormeggio dove, nella stessa notte un’altra operazione di Sea Shepherd era attiva nel sud sicilia: operazione Siracusa. 20 volontari provenienti da 6 nazionalità diverse pattugliavano le coste dell’area marina protetta del Plemmirio, occhi vigili in difesa del mare, per proteggerne le cernie ed i ricci. Alle prime luci dell’alba i nostri volontari individuano le prime irregolarità.
Tre pescatori con canna entrano nella zona di pesca dividendosi su due fronti, due di loro si dirigono nella baia situata in direzione ognina, mentre il terzo prende posto sugli scogli di fronte al porto di siracusa.
Viene avvisata la polizia municipale, che in pochi minuti avvia i controlli. I pescatori risultano già conosciuti alle forze dell’ordine, poiché segnalati e multati nei mesi precedenti per pesca senza regolare licenza.
Dopo nemmeno un’ora, a bordo di uno scooter, fanno ingresso nell’area marina protetta due giovani armati di coltelli e di una ampia rete di plastica gialla, solitamente utilizzata per la raccolta di molluschi. I due si dirigono da subito verso gli scogli affacciati verso Siracusa ed iniziano a staccare a raccogliere i frutti di mare, controllando minuziosamente la zona e soffermandosi molto spesso ad osservare i punti di ingresso al mare. Vengono avvisate le forze dell’ordine che, come nella situazione precedente, intervengono in pochi minuti ed avvicinano i due per l’identificazione.
L’operazione però non risulta possibile perché i pescatori sono sprovvisti di documenti, vengono per questo caricati a bordo dell’auto della polizia e portati al comando per l’identificazione. In seguito al controllo è stato possibile identificare i due bracconieri, ed elevare loro una multa di 200 euro ciascuno per la pesca dei molluschi eseguita con attrezzatura vietata.
Nel mentre i volontari di Sea Shepherd hanno proseguito il pattugliamento della zona, ritrovando mute e materiale per immersione che i due avevano lasciato in disparte. Tale attrezzatura sarebbe servita per la pesca dei ricci nel sotto costa, operazione illegale in questo tratto di mare. La conferma di quanto ipotizzato si è concretizzata al rientro dei due dalla caserma, quando, sotto l’occhio vigile ma discreto dei volontari, sono stati visti recuperare il materiale, caricarlo sullo scooter ed allontanarsi.
Infine sono stati avvistati tre free divers con fucile subacqueo intenti nella preparazione dell’attrezzatura prima di entrare in acqua. Una volta accertate le loro intenzioni, ed in seguito alla segnalazione già avvenuta alla capitaneria di porto per una barca ancorata irregolarmente all’interno dell’area parco, sono partite le operazioni di fermo dei bracconieri.
La nave d’appoggio della capitaneria si è subito diretta in direzione dei free divers, che una volta capito il pericolo che stavano correndo, si sono visti costretti a liberarsi dei fucili nascondendoli in mare ed a dirigersi verso la costa, dove la polizia municipale è intervenuta. Identificati i tre, sono risultati essere pescatori catanesi ed intimando loro di non proseguire con nessun tipo di attività marittima. La mancanza di flagranza di reato non ha permesso loro di stilare una verbale ai pescatori, che però risultano ora conosciuti alle forze dell’ordine.

Salvare vite è per Sea Shepherd la missione primaria e di ogni campagna; misuriamo il nostro successo proprio in base al numero di vite che salviamo. Da 450 milioni di anni gli squali popolano il nostro pienata, influenzando ogni altra forma di vita conosciuta al giorno d’oggi. Aver visto uno squalo, dalla forma così perfettamente sinuosa, nuotare via libero nell’immenso blu; ha dato ancora più determinazione ai nostri volontari per continuare a pattugliare di giorno e di notte, fermando ogni azione di distruzione dei nostri oceani. Come dice il nostro fondatore capt. Paul Watson, se muoiono gli oceani moriamo anche noi.

Operazione Siso 2019 ha dimostrato al mondo intero che nel più sovrasfruttato mare del mondo, ancora oggi si utilizzano reti derivanti illegali, nonostante sia indubbio il declino di questo sistema di pesca illegale rispetto a 10 anni fa. Sea Shepherd tornerà con la flotta di nettuno nel mediterraneo per fare rispettare le leggi, in collaborazione con le autorità, e riportare la giustizia sventolando il jolly roger in ogni luogo ove la vita degli oceani venga messa in pericolo; grazie alla passione dei nostri volontari, la determinazione dei nostri comandanti ed il fondamentale sostegno dei nostri donatori.

 

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Il Mediterraneo è il mare più sovrasfruttato del mondo e ogni anno vengono catturate più di 800 mila tonnellate di pesce. Decenni di pesca incontrollata e l’uso di dispositivi di cattura distruttivi hanno provocato un grave degrado degli habitat e un inimmaginabile declino della fauna marina. Con il passaggio di molte specie migratorie, le Isole Eolie sono un habitat particolarmente vulnerabile. Fino a quando la minaccia di pesca illegale non verrà fermata quest’area potrebbepresto essere privata della sua fauna marina unica e l’ecosistema locale non sarà in grado di riprendersi. Sta a noi agire.