MALFA (ISOLA DI SALINA) – La prima area marina protetta d’Italia è stata Ustica, la new entry potrebbe essere ancora una volta siciliana: Salina, l’isola più verde dell’arcipelago delle Eolie. A unire le due piccole isole una forte vocazione agricola. Un paesaggio con terrazzamenti e muretti a secco per capperi, cipolle rosse, patate e lenticchie, che si rispecchiano in una cucina di mare con protagonista i frutti dell’orto ma anche l’alalunga, il tonno bianco. E soprattutto una pesca locale che punta alla sostenibilità delle catture, anche se il capodoglio rimasto intrappolato, proprio alle Eolie nei giorni scorsi, dalle reti a strascico, evidenzia al contempo attività di pesca massiva che, soprattutto d’estate, per pescare gamberoni e cernie, mette a repentaglio fondali marini e un prezioso scrigno di biodiversità. Da decenni si parla di un’area marina protetta (Amp) delle Eolie ma per superare questa impasse Salina sceglie di fare da pioniere. Debutta così il Comitato Promotore per l’Area Marina Protetta (Amp) di Salina. Una task-force voluta dal sindaco di Malfa, Clara Rametta, già promotrice dell’isola pedonale nel centro cittadino e della mobilità elettrica, nonché operatori locali, in particolare l’associazione degli albergatori dell’isola “Salina Isola Verde” e al sostegno delle fondazioni Aeolian Islands Preservation Foundation e Blue Marine Foundation. “Il nostro non è un processo esclusivo di altre realtà, e anzi raccogliamo manifestazioni d’interesse anche da Filicudi – precisa Giuseppe Siracusano, presidente dell’Associazione Albergatori dell’Isola ‘Salina Isola Verde’ – ma siamo convinti che occorra accelerare sulla tutela del territorio, e soprattutto del nostro mare. Per questo motivo siamo vicini e sosteniamo con passione Aeolian Islands Preservation Foundation e Blue Marine Foundation che, insieme a tanti abitanti di Salina, sono impegnati in prima linea in questa sfida. Vogliamo dare l’avvio in snellezza operativa , e auspichiamo che la proposta del Comune di Malfa di proporre Salina come prima isola pilota dell’arcipelago, possa favorire un’apertura da parte del ministero dell’Ambiente”. Tra i paladini dell’isola blu anche la chef stellata Martina Caruso: “Il mio progetto al Signum è di una cucina etica sia per rispetto della natura che dei fornitori. Nel lockdown – racconta – ho avuto il tempo di pescare in apnea. È un tipo di caccia sostenibile, che mi ha fatto fare una cultura di brodetti e brace che entreranno nel menu, ma che può essere un modello anche per lo sviluppo destagionalizzato di un turismo internazionale per diving e percorsi di terra e di mare a Salina”. Tra le iniziative del Comitato in cantiere: organizzazione di seminari e dibattiti sul tema per implementare l’informazione sulle Aree Marine Protette; elaborazione congiunta di proposte sugli aspetti legati alla tutela del mare assieme allo sviluppo delle realtà socioeconomiche di Salina; opportunità di confronto con altri territori sedi di analoghe esperienze; supporto agli organi competenti facendo sì che il comitato possa rappresentare la voce del territorio; promozione di attività didattico-divulgative sulla conoscenza degli ambienti marini presso scuole e altre realtà educative.